Questa è la storia di una piccola barca di quattro metri e mezzo per poco più di 100 kg, chiamata “Cariddi”. E’ stata costruita in legno dal cantiere Puleo di Palermo nel 1959. “Cariddi” nasce secondo le regole di stazza della classe internazionale Finn, definite dal progettista svedese Rickard Sarby nel 1950.
Negli anni ’60 e ’70, e in minori misura in tempi più recenti, il Finn è stato una delle più celebri derive monotipo da competizione e classe olimpica.
Il Finn è la classe olimpica più antica essendo stata introdotta a Helsinki nel 1952 ed è stata presente in tutte le Olimpiadi fino a Tokio 2020.
In quei decenni si formò a Palermo un’agguerrita squadra di velisti della classe Finn che rappresentarono i circoli velici siciliani nelle maggiori competizioni di livello nazionale. I nomi di Gabriele e Marco Guccione, Ubaldo Bruni, Mario Catalano, Gianni Lo Bue, Alessandro La Lomia, restano iscritti nei libri d’oro dei nostri circoli e più in generale nella storia della vela siciliana grazie anche al loro ininterrotto impegno come sportivi e dirigenti nei decenni successivi.
Ciò giustifica il fatto che un piccolo cantiere artigianale palermitano si sia assunto nel 1959 il compito di produrre un esemplare della nuova classe velica. Stazzata dall’ing. Ajello nel 1963, “Cariddi” appartenne al Circolo della Vela Sicilia di Palermo, tra i più antichi e prestigiosi circoli velici italiani, e fu affidata per le competizioni a Gabriele Guccione, uno dei velisti più affermati del gruppo palermitano. Con la sua barca, Guccione si piazzò 8° al campionato italiano del 1964 a Castellammare di Stabia e 13° nel 1965 a Malcesine sul Garda, per poi continuare la sua carriera da finnista con un’altra barca, il “Concorde”, nei campionati nazionali di Imperia 1968 (9° posto) e Torbole 1970 (3° posto).
Nel 1968 “Cariddi” venne acquistata dal palermitano Franco La Cecla, antropologo e docente universitario, che la utilizzò a scopo di diporto nel mare di Palermo e Terrasini, senza dedicarsi ad attività agonistica. Dopo alcuni anni, chiamato altrove dalla sua carriera scientifica, La Cecla si rese conto di non potersi separare da “Cariddi”, vendendola con una prevedibile impietosa fine, data l’ormai affermata e diffusa costruzione delle derive in vetroresina, più leggere, di facile manutenzione e lunga durata.
“Cariddi” finisce così la sua carriera in un magazzino di proprietà di La Cecla, ben tenuta e conservata per quasi mezzo secolo in attesa di trovare una destinazione compatibile con la sua natura e la sua storia.
Euro 5000
Franco La Cecla
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